Mi capita frequentemente di leggere il blog di Beppe Grillo, trovandovi spesso degli spunti di riflessione interessanti e posizioni assolutamente condivisibili.
Nei giorni scorsi, a proposito de “L’oro di Prodi”, Beppe Grillo ad un certo punto scriveva:
"Chi non paga le tasse non fa più peccato, lo dice Famiglia Cristiana. Dipende quanto paga e per fare cosa. Messa così è un’istigazione, peraltro corretta, all’evasione".
La cosa mi ha incuriosito e ho cercato di andare alla fonte per capire cosa realmente padre Muraro avesse scritto.
In un articolo pubblicato su http://www.corriere.it/ (che commenta quanto riportato su Famiglia Cristiana) si legge:
«Caro Prodi – scrive padre Giorgio Muraro – siamo tenuti a pagare per mantenere in vita tutte queste realtà parassitarie e per favorire il ladrocinio che distoglie i beni che dovrebbero servire il bene pubblico e permettere che si disperda in mille rivoli a beneficio di pochi?» La nota di padre Muraro viene pubblicata a una settimana dall'intervista in cui il presidente del Consiglio lamentava, sempre sul settimanale dei paolini, lo scarso impegno dei preti nel sollecitare nelle omelie i cattolici a fare il loro dovere di contribuenti. «La Chiesa – rimarca padre Muraro – deve ricordare ai cittadini il dovere morale di pagare le tasse. Ma deve ricordare anche agli amministratori il dovere di amministrare il fisco in funzione del bene della gente».
«La Chiesa - commenta Famiglia Cristiana - se da una parte sa che le tasse devono essere pagate, dall'altra ha molte perplessità sul modo in cui sono gestite». «I mass media - osserva il periodico dei paolini diffuso in tutte le parrocchie italiane - ci parlano continuamente e in modo impietoso dei privilegi dei politici, dei costi della politica, molti dei quali non vengono nemmeno resi pubblici. Delle cattedrali nel deserto costate milioni e inutilizzate, di pizzi che si devono pagare ai partiti o al partito del malaffare per le opere pubbliche che fanno lievitare paurosamente i preventivi, gli enti inutili che continuano a vivere, e la creazione di nuovi enti, le assunzioni clientelari, la protezione scandalosa di fannulloni. Le enormi spese militari».
A me francamente non pare assolutamente un invito a noi contribuenti a non pagare le tasse. Tutt’altro.
Mi pare invece un invito esplicito agli amministratori pubblici, a tutti i livelli, ad amministrare il fisco in funzione del bene della gente.
Se avete voglia, leggete qui e fatevi una vostra idea...
http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/08/quali-compiti-per-un-consiglio-comunale.html
http://laltrasanfelice.blogspot.com/2007/07/chi-cerca-trova.html
Nei giorni scorsi, a proposito de “L’oro di Prodi”, Beppe Grillo ad un certo punto scriveva:
"Chi non paga le tasse non fa più peccato, lo dice Famiglia Cristiana. Dipende quanto paga e per fare cosa. Messa così è un’istigazione, peraltro corretta, all’evasione".
La cosa mi ha incuriosito e ho cercato di andare alla fonte per capire cosa realmente padre Muraro avesse scritto.
In un articolo pubblicato su http://www.corriere.it/ (che commenta quanto riportato su Famiglia Cristiana) si legge:
«Caro Prodi – scrive padre Giorgio Muraro – siamo tenuti a pagare per mantenere in vita tutte queste realtà parassitarie e per favorire il ladrocinio che distoglie i beni che dovrebbero servire il bene pubblico e permettere che si disperda in mille rivoli a beneficio di pochi?» La nota di padre Muraro viene pubblicata a una settimana dall'intervista in cui il presidente del Consiglio lamentava, sempre sul settimanale dei paolini, lo scarso impegno dei preti nel sollecitare nelle omelie i cattolici a fare il loro dovere di contribuenti. «La Chiesa – rimarca padre Muraro – deve ricordare ai cittadini il dovere morale di pagare le tasse. Ma deve ricordare anche agli amministratori il dovere di amministrare il fisco in funzione del bene della gente».
«La Chiesa - commenta Famiglia Cristiana - se da una parte sa che le tasse devono essere pagate, dall'altra ha molte perplessità sul modo in cui sono gestite». «I mass media - osserva il periodico dei paolini diffuso in tutte le parrocchie italiane - ci parlano continuamente e in modo impietoso dei privilegi dei politici, dei costi della politica, molti dei quali non vengono nemmeno resi pubblici. Delle cattedrali nel deserto costate milioni e inutilizzate, di pizzi che si devono pagare ai partiti o al partito del malaffare per le opere pubbliche che fanno lievitare paurosamente i preventivi, gli enti inutili che continuano a vivere, e la creazione di nuovi enti, le assunzioni clientelari, la protezione scandalosa di fannulloni. Le enormi spese militari».
A me francamente non pare assolutamente un invito a noi contribuenti a non pagare le tasse. Tutt’altro.
Mi pare invece un invito esplicito agli amministratori pubblici, a tutti i livelli, ad amministrare il fisco in funzione del bene della gente.
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