venerdì 3 agosto 2007

Una riflessione sulle questioni urbanistiche

Nel gennaio 2006 scrissi un documento sul tema della variante al Piano Regolatore Generale, in discussione in consiglio comunale in quei mesi, nel quale cercai di esprimere il mio punto di vista sull'argomento.
Dopo aver chiesto ripetutamente alla giunta di uscire con un'informativa ai cittadini per spiegare loro i contenuti della variant, decisi di fare per conto mio.
La cosa ovviamente disturbò molto chi non voleva fare informazione...
Riporto i contenuti del documento, perchè ritengo importante ci si ricordi anche di questa vicenda.
Cari concittadini,
negli ultimi tempi molto si è scritto sulla stampa provinciale e attraverso i comunicati della minoranza circa il nostro Comune, con riferimento in particolare a ciò che riguarda gli interventi edilizi e le scelte urbanistiche.
E ancora di più se ne parla in paese, con voci al riguardo che dicono tutto e il contrario di tutto.
Ho lasciato che i giorni di festa passassero, per arrivare oggi a fare ciò che da tempo avrei voluto fare: chiedervi un po’ di pazienza per ascoltare anche la mia versione dei fatti e la mia opinione al riguardo.

Sicuramente le lettere al Giornale di Brescia scritte verso la fine dello scorso anno da alcune esponenti di Legambiente e da un consigliere di minoranza, come pure il volantino “Amore per il territorio?”, a firma sempre di alcuni consiglieri di minoranza, in occasione dell’approvazione della variante al PRG, in cui vengono mescolati casualmente e con tanta disinvoltura metri cubi e metri quadri, mi hanno fornito numerosi spunti di riflessione.

Partirei innanzitutto con alcune considerazioni che riguardano il territorio di San Felice così come lo possiamo vedere oggi.
Negli scritti che sopra ho citato si parla di San Felice come di un’isola felice, un paese che, a differenza di altri a noi vicini, in cui dilagano le seconde case, è stato caratterizzato da una gestione oculata del territorio, che ne ha fatto appunto un esempio positivo. Un luogo dove, chi non lo conoscesse, è invitato a venire “a vedere quello che c’è ancora di bello a S.Felice oggi. Domani chissà” (usando le parole della minoranza).

Ma è proprio così vero ciò che affermano questi signori? Si sono guardati attorno per vedere cosa si è costruito negli ultimi decenni?

Il Villaggio Paradiso, per fare un esempio: un’ottantina di ville realizzate nell’ambito di un’operazione a dir poco discutibile, che ha portato alla loro edificazione con rilascio di concessioni singole. Per intenderci, le ville sono state costruite senza che venissero realizzate le opere di urbanizzazione e ad oggi non si è ancora riusciti a far allacciare all’acquedotto e alla fognatura queste abitazioni, peraltro nella quasi totalità utilizzate come seconde case.
Chissà come mai nel volantino “Amore per il territorio?” si sono dimenticati di evidenziare sulla carta di San Felice, tra le aree edificate, proprio il Paradiso!

Secondo i dati ISTAT del Censimento generale della popolazione e delle abitazioni, nel 1991 le abitazioni totali erano 1640 (di cui solo il 51% occupate); tra il 1991 e il 2001 le abitazioni sono cresciute del 30,3%, per arrivare ad un totale di 2137.
Nello stesso periodo l’incremento di popolazione è stato del 22%: è stato necessario incrementare le abitazioni del 30% per incrementare la popolazione del 20%?

Forse sull’oculatezza nella gestione del territorio nell’ultimo trentennio si potrebbe ragionevolmente esprimere qualche perplessità.

Peraltro sono sotto gli occhi di tutti i risultati delle scelte urbanistiche di quegli anni: il Piano Regolatore attualmente vigente risale alla metà degli anni ’90, approvato poi definitivamente dalla Regione Lombardia nel 1999.
Gli interventi che noi vediamo oggi in fase di realizzazione nel territorio di San Felice risalgono dunque a quel periodo: i nuovi insediamenti a Portese, in località Boschette, o i piani di recupero dietro la chiesa, cui fanno riferimento i consiglieri di minoranza nel già citato documento, per fare qualche esempio, sono previsti dal PRG che ha avuto il suo iter di approvazione tra il 1994 e il 1999.

Forse vale la pena di sottolineare bene il fatto che l’attuazione delle scelte urbanistiche necessita di tempi lunghi: ciò che noi vediamo oggi in costruzione non è frutto dell’operato di questa amministrazione, è necessario andare indietro nel tempo, e chiederne dunque conto a chi ha amministrato San Felice in passato.

Io comincio a rispondere delle scelte urbanistiche fatte dall’attuale amministrazione con la variante approvata alla fine di novembre 2005.
Pertanto ritengo indispensabile illustrarvene i contenuti, soffermandomi in particolare su quelli che hanno scatenato le preoccupazioni di Legambiente e della nostra minoranza in consiglio comunale.

Tale variante al PRG nasce verso la fine del 2003, quando, con la pubblicazione di un avviso in data 16.10.2003 l’amministrazione comunale di allora avvia la procedura per una variante ordinaria, che avrebbe dovuto riguardare in particolare
1. interventi sulle attività produttive presenti sul territorio comunale per adeguamenti ed ampliamenti tali da consentire il recupero, l’incentivazione e lo sviluppo delle stesse;
2. modifica della normativa per consentire incrementi volumetrici sugli edifici esistenti dei comparti C, già attuati e scaduti, e contenuti incrementi una tantum nelle zone a Parco Rurale 5 e 6;
3. reticolo idrico minore.
L’avviso escludeva espressamente le richieste che avessero riguardato nuovi interventi edilizi abitativi.

La variante al PRG viene predisposta, ma non viene adottata dall’allora amministrazione comunale.
Nel giugno del 2004 si va alle elezioni e vince la lista “Centro e Rinnovamento”, in continuità con la precedente amministrazione, ma anche con una marcata volontà di rinnovamento.
Nel programma elettorale è prevista l’approvazione del Piano Paesistico Comunale e delle varianti in itinere al PRG, che avevano dunque suscitato nella popolazione di San Felice forti aspettative.
La situazione urbanistica a livello provinciale non era in quel periodo sicuramente delle più felici: a fronte di un Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale approvato in fretta prima delle elezioni, il nuovo
assessore al territorio per mesi non pubblica la delibera di approvazione, lasciando in una situazione di incertezza i Comuni della Provincia.
All’inizio del 2005 viene pubblicata dalla regione Lombardia la nuova Legge per il Governo del Territorio, che modifica drasticamente le modalità di gestione della materia urbanistica a livello comunale.
Nel marzo del 2005 decidiamo dunque di adottare la variante al PRG, prima che entri in vigore la già citata legge 12.
La variante viene poi pubblicata e nel novembre 2005 definitivamente approvata, accogliendo in parte le osservazioni pervenute.

Nella tabella riportata in questo documento ho cercato di illustrare dettagliatamente ciascun punto della variante e le conseguenze che essa avrà sul territorio.
Qui vorrei fare alcune riflessioni sulle varianti che hanno suscitato maggiore interesse


Chiuso definitivamente il discorso variante, siamo ora al punto in cui porci la domanda “Cosa vogliamo che San Felice diventi?”.
Non voglio certo azzardare qui alcuna risposta!

Come amministrazione abbiamo ritenuto strategico partire con il Piano per il Governo del Territorio, che la Legge 12/2005 della Regione Lombardia impone a tutti i comuni di adottare, entro 4 anni dalla sua entrata in vigore.
Il primo atto è stata la pubblicazione dell’avvio del procedimento, per invitare la popolazione a presentare istanze al riguardo, che non dovrebbero essere solo richieste per ottenere l’edificabilità dei suoli, dovrebbero essere anche riflessioni a proposito di quella domanda che prima vi ponevo: “Cosa vogliamo che San Felice diventi?”.

È stato individuato l’urbanista che si occuperà della redazione del Documento di Piano, lo strumento strategico che fisserà le linee guida entro le quali potremo e dovremo muoverci, e la scelta è stata fatta nella persona dell’ing. Maurizio TIRA, professore ordinario di Tecnica e pianificazione urbanistica dell’Università di Brescia; persona nuova per San Felice, che saprà, mi auguro, portare una ventata di freschezza e di rinnovamento.

Ma io mi aspetto che grandi stimoli vengano soprattutto da chi a San Felice vive e lavora!
Da parte mia la promessa a far si che ci siano momenti di confronto sereni e costruttivi, a cui tutti fin da ora siete invitati a partecipare.

Un cordiale saluto a tutti e un grazie per aver avuto la pazienza di ascoltarmi!

Michela Tiboni
Vicesindaco e Assessore all’Urbanistica

San Felice del Benaco, 15 gennaio 2006


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