venerdì 3 agosto 2007

Dopo il consiglio comunale di attacco nei miei confronti

Io mi rivolgo al mio legale, con il quale concordiamo di procedere con un atto di denuncia querela alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brescia, nei confronti della consigliere Berlendis che ha letto il documento, del consigliere Maruelli che lo ha diffuso e nei confronti di una giornalista del Giornale di Brescia, intervenuta successivamente in consiglio, che con l’articolo pubblicato la domenica successiva ha contribuito a gettare discredito nei miei confronti riportando una cronaca non corretta dei fatti accaduti in consiglio.
Con questo atto di denuncia la questione minoranza, per quanto mi riguarda, è chiusa.

Evidentemente non poteva ritenersi altrettanto chiusa la vicenda nei confronti dei colleghi di maggioranza.

Infatti, di fronte alle pesanti accuse rivoltemi dalla minoranza (mi si dà della mafiosa… se le parole hanno ancora un significato) cosa fa la maggioranza nei giorni a seguire?
Per sostenermi, assolutamente niente.

Anzi, il sindaco mi sospende la delega fino alla convocazione del consiglio comunale in cui si devono discutere le mie dimissioni, per “assicurare la massima trasparenza nello svolgimento dell’azione politica e amministrativa nei settori” a me delegati.
Mi comunica poi di persona che in realtà aveva già in testa un rimpasto di giunta di metà mandato: Elena Lombardi sarebbe diventata vicesindaco, Simone Zuin, per premiarlo del suo impegno, assessore, e poi il pezzo forte: Florioli avrebbe fatto un passo indietro dimettendosi da presidente del consiglio, in quanto la “sua testa” non solo l’avevamo chiesta da tempo in modo più o meno velato noi (credo si riferisse a me, Zuin, Cavedaghi e Lombardi), ma la chiedeva anche la minoranza della Berlendis.
Al posto di Florioli il sindaco prospettava Paola Cavedaghi, perché il presidente “deve essere una persona preparata dal punto di vista amministrativo”.
Per quanto mi riguardava, al sindaco avrebbe fatto piacere che io rimanessi nella maggioranza, se io lo avessi voluto, ma come semplice consigliere.

Ho ringraziato. Il 20 dicembre 2006 mi sono dimessa e sono uscita dal gruppo di maggioranza.
I colleghi di maggioranza sono stati messi al corrente della mia decisione il 18 dicembre.
Dopo la comunicazione della mia decisione, il sindaco cominciò ad elogiarmi, dicendo che quello era il modo migliore per potermi difendere con serenità e per dimostrare che non avevo interessi da portare avanti.
Io gli chiesi di risparmiarsi queste belle parole che a me suonavano un po’ troppo piene di ipocrisia: lui sapeva benissimo perché mi dimettevo.
Avrei avuto due modi per dimostrare la falsità delle accuse della minoranza. Una era quella di continuare a lavorare, con il pieno appoggio della maggioranza. L’altra era quella di dimettermi e procedere per vie legali.
La prima strada non era percorribile, dal momento che proprio lui mi aveva illustrato il suo rimpastone generale, argomento di cui fino a quel momento non aveva mai parlato in giunta, e non se ne parlò neppure quella sera.
Paola Cavedaghi mi disse che si sarebbe aspettata un epilogo diverso della vicenda. Si aspettava che io affrontassi la cosa con più grinta, e che non mi facessi subito (!) da parte.
Elena Lombardi disse che la cosa le dispiaceva molto, in quanto io avevo portato in questa amministrazione idee nuove.
Bellini, l’assessore ai servizi sociali, mi rimproverò il fatto che uscendo dalla giunta io avrei fatto emergere pubblicamente la spaccatura già presente fra noi da tempo.
Florioli chiese spiegazioni circa la mia decisione di rimanere comunque in consiglio comunale ma fuori dalla maggioranza: se avessi fatto una querela per diffamazione ci sarebbe voluto del tempo (magari un paio d’anni) perché questa avesse un esito. E, in sostanza, nel frattempo avrei messo in difficoltà la maggioranza rimanendo lì. Poverini, li mettevo in difficoltà con la mia scelta di rimanere consigliere ma non all’interno della loro squadra!
Altri non hanno neppure aperto bocca.

Ma per quale motivo si è giunti a questo epilogo?

Per farsene un’idea forse bisogna tornare indietro nel tempo.

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