Il 30 novembre 2006, all’inizio del consiglio comunale, la consigliere Berlendis chiede la parola per mettere al corrente il consiglio “di un fatto molto grave”. Autorizzata dal presidente Florioli, sebbene all’ordine del giorno non fossero previste comunicazioni, la consigliere Berlendis legge un documento, che poi venne anche pubblicato sul sito internet Vivere San Felice Portese Cisano.
In quel documento si parte da un fatto reale, ovvero che il 16 ottobre 2006 l’ing. David Vetturi, mio marito, ha presentato una richiesta di parere preliminare circa l’ampliamento e la riorganizzazione dei volumi, per una casa in San Felice del Benaco. La richiesta venne firmata e timbrata personalmente da David Vetturi, regolarmente iscritto all’albo degli ingegneri, tuttavia presentata su carta intestata della Brescia Progetti società di ingegneria srl, di cui anch’io sono socio.
La signora Berlendis parte dunque da questo fatto, per proseguire poi con un processo alle intenzioni e con accuse diffamatorie nei miei confronti: secondo lei io avrei messo in piedi un’associazione a delinquere di stampo mafioso, finalizzata a trarre profitto dalla mia posizione privilegiata.
Nel documento della minoranza si arriva ad affermare che “qui non si sia capita una cosa fondamentale, e cioè che si amministra la “RES PUBLICA” e non casa propria (che da altre parti è COSA NOSTRA): e non si può fare l’interesse delle proprie società, o dei propri parenti amici o colleghi, coi soldi dei cittadini”. E chiede le mie dimissioni.
È evidente che, sul piano politico, si è trattata di una ingenuità, ma non si configura alcun tipo di reato o di violazione del testo unico degli Enti Locali, come invece sostenuto dalla minoranza.
Infatti l’esposto al Prefetto, inoltrato dalla minoranza, non ha portato a rilevare alcun illecito.
In quel documento si parte da un fatto reale, ovvero che il 16 ottobre 2006 l’ing. David Vetturi, mio marito, ha presentato una richiesta di parere preliminare circa l’ampliamento e la riorganizzazione dei volumi, per una casa in San Felice del Benaco. La richiesta venne firmata e timbrata personalmente da David Vetturi, regolarmente iscritto all’albo degli ingegneri, tuttavia presentata su carta intestata della Brescia Progetti società di ingegneria srl, di cui anch’io sono socio.
La signora Berlendis parte dunque da questo fatto, per proseguire poi con un processo alle intenzioni e con accuse diffamatorie nei miei confronti: secondo lei io avrei messo in piedi un’associazione a delinquere di stampo mafioso, finalizzata a trarre profitto dalla mia posizione privilegiata.
Nel documento della minoranza si arriva ad affermare che “qui non si sia capita una cosa fondamentale, e cioè che si amministra la “RES PUBLICA” e non casa propria (che da altre parti è COSA NOSTRA): e non si può fare l’interesse delle proprie società, o dei propri parenti amici o colleghi, coi soldi dei cittadini”. E chiede le mie dimissioni.
È evidente che, sul piano politico, si è trattata di una ingenuità, ma non si configura alcun tipo di reato o di violazione del testo unico degli Enti Locali, come invece sostenuto dalla minoranza.
Infatti l’esposto al Prefetto, inoltrato dalla minoranza, non ha portato a rilevare alcun illecito.
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